Atalanta-Milan, è l’ora della verità?
E ora diteci chi siete. Veramente. Il Milan è sempre lì, in alto in classifica, ma ha lasciato 5 punti su sei in casa a due neo promosse, Cremonese e Pisa; l’Atalanta sta bene, è in fiducia, recupera giocatori infortunati a ogni giornata, ma è malata di “pareggite” (sei su otto) pur essendo l’unica squadra rimasta imbattuta in campionato. I rossoneri possono contare sul ritrovato e rinato Leao, devono fare i conti ancora con l’emergenza infortuni, ma hanno comunque una rosa attrezzata per affrontare tali problemi e un Modric sempre titolare, presente e costante nel rendimento. Non è poco. Su Leao, Allegri è stato chiaro: “Può segnare 15-20 gol all’anno, sta crescendo ma deve convincersi delle sue doti di attaccante”. E c’è l’arma segreta in più nel motore, Nkunku. Da qui in avanti però i passi falsi andranno ridotti drasticamente. In casa bergamasca Carnesecchi ha dato una scossa a tutto l’ambiente: “Con il Milan alle porte, l’Atalanta si deve svegliare. Vale per tutti, nessuno escluso”, il suo concetto. Il botta e risposta con Juric non ha intaccato un gruppo che è comunque forte. Serve però più “cattiveria” in zona gol. E' lì il vero problema di una squadra che ha la terza difesa del campionato e ancora non ha mai perso: la media gol, 1,5 a partita che scende a 0,83 considerando solo le gare pareggiate. C’è da capirne il motivo, perché la squadra crea e tira tanto, ma in sei partite su otto non ha saputo segnare più di un gol. Attenzione alla coppia Lookman-Sulemana, che può coesistere e promette scintille se trova continuità. Da una parte o dall’altra: Atalanta-Milan sarà la partita della verità?
