Bologna, un sogno lungo 51 anni
Un sogno lungo 51 anni: tanto è passato dall’ultimo trofeo vinto dal Bologna nella sua storia. La lunga attesa però è terminata mercoledì 14 maggio quando la squadra di Vincenzo Italiano, battendo 1-0 il Milan ha potuto sollevare il trofeo nel cielo di Roma facendo letteralmente impazzire di gioia una città intera. Riguarda l'intervista, clicca qui!
L'AD del Bologna Claudio Fenucci ne ha parlato con Nicolò Ramella e Chiara Giuffrida (Radio TV Serie A con RDS). “Siamo partiti 10 anni fa dalla serie B quando Joey Saputo ha acquistato la società . Per far crescere la squadra ci è voluto tempo, non si cresce un pochino all’anno, bisogna crescere per cicli. Il nostro è cominciato con l’arrivo di Sinisa Mihailovic: da quel momento l’asticella si è alzata costantemente.” “Il calcio è un fenomeno sociale di grande rilevanza, siamo molto più dei numeri, del fatturato, siamo sogni, siamo emozione. La città si é mossa in blocco, si è riscoperta innamorata del calcio.” “La vittoria della Coppa Italia Frecciarossa, più della qualificazione alla Champions League dello scorso anno ha dato molto risalto a squadra e città. Questo gruppo è fantastico, unito, coeso. Stanno bene insieme e sono stati bravi anche a mettersi a disposizione di Italiano che ha cambiato parecchio rispetto allo scorso anno.” “Saputo ha sempre avuto un approccio da azionista, ha sempre rispettato il nostro lavoro anche quando le cose andavano male. E comunque conosce bene il nostro calcio avendo già una squadra in MLS, e anche il nostro paese, avendo origini italiane. Negli ultimi due anni ha passato molto più tempo a Bologna e ci è stato più vicino ed è stato coinvolto molto di più.”
“Il Bologna è una bellissima famiglia sportiva, certo ci sono dei ruoli e tutti li rispettano, ma c’è un ambiente positivo e c’è un senso di appartenenza che è la nostra forza.” “Solo un club in questi anni, l’Atalanta del mio amico Luca Percassi, è riuscito a cambiare posizionamento, mantenendo lo stesso allenatore, facendo un gran lavoro sul settore giovanile che ha permesso di finanziare la crescita del club. Quello é un modello non replicabile, noi ci proviamo. Già tenere Vincenzo Italiano per i prossimi anni ci darà più certezze e ci permetterà di lavorare in continuità. Non so se c’è un modello Bologna, abbiamo intrapreso la nostra strada e speriamo di proseguire nella nostra crescita." “Quando ci siamo resi conto che Thiago non sarebbe rimasto l’unico tecnico che ci è venuto in mente è stato Vincenzo, per il suo modo di giocare, per i risultati che aveva raggiunto, per aver già gestito i tre impegni di stagione con la Fiorentina. Lo conoscevo già abbastanza bene ma abbiamo scoperto una persona preparatissima e molto disponibile al dialogo. Ci siamo trovati bene da subito e il successo in Coppa ha suggellato questo rapporto.”
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