Calcio, la passione degli italiani
Penultimo appuntamento della seconda edizione del Festival della Serie A: la Sala Scudetto al Teatro Regio ha ospitato il panel “Calcio, la passione degli italiani”. Sul palco Marco Cattaneo (Prime Video e Radio TV Serie A con RDS) e il presidente della FIGC Gabriele Gravina che ha parlato della situazione attuale della Nazionale. Riguarda l'intervista, clicca qui! “La Norvegia in questo momento è più forte di noi e si può perdere, il problema é forse nel modo in cui abbiamo perso. Io però non accetto quel modo di perdere. Il campionato ci ha consegnato dei ragazzi stremati e cinque, sei calciatori sono arrivati due giorni prima della partenza per Oslo”.
“Spero che i ragazzi abbiano percepito l’importanza della partita ma io credo di sì, La maglia azzurra è un’eredità, é la storia scritta da uomini che hanno lottato hanno vinto sono caduti e si sono rialzati. Quella maglia si indossa con l’anima, rappresenta milioni di concittadini. È il sogno di ogni bambino. In campo non sei un calciatore, sei un simbolo, rappresenti un popolo. Oggi invece si cercano alibi si pensa più al singolo e non all’appartenenza ad una forza sociale rappresentata dal colore che indossi”. “Ho parlato con i ragazzi e Spalletti, c’è molta lucidità ma anche stanchezza fisica e mentale. E poi c’è amarezza e sofferenza per quello che è successo. Abbiamo bisogno di una risposta per non rischiare di disperdere l’entusiasmo degli italiani. Ci dobbiamo rialzare, serve carattere”. “Ho sentito gente che celebrava il funerale della Nazionale già fuori dal Mondiale, ma è la prima di tante partite. Giochiamo, noi al Mondiale ci dobbiamo andare. Non voglio pensare a un Italia fuori dal torneo per la terza volta di fila”.
“Questo è un progetto in cui credo, abbiamo investito tantissima energia, anche a livello giovanile. Non vedo la possibilità di mollare in un momento così complicato. La rivoluzione progettuale è partita sei anni fa. Le under 17 e 19 hanno vinto in campionati Europei, siamo vicecampioni del mondo under 20. Non possiamo vivere di rendita, la storia si costruisce, non si tramanda. Questa è la Nazionale che ritroveremo tra qualche anno. Forse avremmo potuto accelerare questo processo: settore giovanile, settore tecnico e Club Italia devono dialogare di più, é un progetto da rivedere”. “Il talento in Italia c’è, lo confermano i risultati di squadra e di singoli. Il talento per poter esprimersi ha bisogno di opportunità. Serve coraggio. Yamal due anni fa era un calciatore normale, con enorme talento, qualcuno ci ha creduto”.
“Non possiamo imporre l’utilizzo di calciatori italiani. Ci sono norme internazionali di tutela del lavoro relative alla libera circolazione dei calciatori. Ma non è questione di vincoli, è questione di vocazione. Bisogna lavorare sul concetto di filiera. La nazionale poi chiaramente porterebbe a casa i risultati migliori, ma é tutto il movimento che deve cambiare prospettive in questo senso. Oggi fortunatamente la conflittualità tra Federazione e Lega serie A non c’è più. Ci sono progettualità e dialogo”. “Spalletti è una persona per bene e un grande allenatore. Il calcio ha bisogno di gente come lui. È un combattente, ferito, ma ha già indossato l’armatura. Forse non siamo stati bravi a far capire a questi ragazzi cosa vuol dire indossare la maglia azzurra ma dobbiamo rialzarci, non trovare alibi, ma continuare a lavorare per raggiungere l’obiettivo. Martedì non c’è nessun appuntamento, parlo moltissimo con Luciano Spalletti, anche ieri sera l’ho sentito”. “Siamo in ritardo per Euro 2032 ma i dirigenti della Serie A hanno compreso la situazione e la stanno sbloccando. Penso al presidente della Fiorentina Comisso, al presidente del Bologna Caputo. Poi l’impegno a Palermo, a Napoli, a Bari, a Trieste, Udine e Milano, insieme ad altre amministrazioni locali: questo fermento mi fa ben sperare. Servono imprenditori visionari che abbiano voglia di investire e che credano nei loro progetti. Se il commissario sarà in grado di velocizzare processi e semplificare le cose saremo grati al governo italiano”.
"La Serie A appena conclusa è stata fantastica. Io tifo per le squadre di provincia l’ho sempre detto, e squadre come Atalanta o Bologna, con la loro crescita, hanno compresso molto la classifica e il livello si è alzato parecchio. L’interesse del nostro campionato non è dato da un fatto quantitativo ma da un tema qualitativo". Segui su Radio TV Serie A con RDS il Festival della Seria A 2025 da Parma sull’APP della Serie A Enilive o sul nostro sito, clicca qui.
