Intelligenza artificiale oggi e domani
L’Intelligenza Artificiale è oggi una delle tecnologie più discusse e pervasive, con applicazioni che toccano ogni ambito della vita quotidiana, incluso il mondo dell’informazione e dello sport. Al Festival della Serie A, il panel “Intelligenza artificiale: oggi e domani” ha messo a fuoco le principali implicazioni sociali, etiche e legislative dell’AI generativa, in un dibattito vivace moderato da Edoardo Degli Innocenti (Chief Innovation Officer Kama.Sport), con l’intervento di Alberto Barachini (Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Informazione e all’Editoria). Rivivi QUI la diretta del panel!
Barachini ha invitato a superare la retorica dell’allarme sull’AI, proponendo un approccio “laico” e costruttivo. L’innovazione è inevitabile, ha affermato, ma richiede l’introduzione di “guard rail” proprio come avviene nelle strade, per limitare abusi e incidenti di percorso. La tecnologia non è intrinsecamente buona o cattiva: tutto dipende dall’uso che se ne fa e dalla responsabilità umana.
Uno dei temi centrali è stato il diritto d’autore, messo a rischio dall’AI generativa che “ingoia dati” spesso senza possibilità di risalire alla fonte originaria. Sono stati citati esempi concreti di azioni dimostrative: la causa del New York Times a Open Ai e il “disco muto” (solo musica e niente testi) pubblicato da 12 artisti britannici per protesta. Il focus del legislatore, però, non deve essere solo sul pre-training: serve regolamentare anche l’uso post-training dei contenuti. Responsabilità e tracciabilità sono le chiavi: chi crea un contenuto – umano o AI – deve poter essere identificato. La blockchain, per esempio, può essere uno strumento utile a “notarizzare” testi, immagini e video. Il deepfake è stato indicato come uno degli scenari più critici. La manipolazione dell’immaginario può compromettere la fiducia pubblica e la libertà di coscienza. Barachini ha sollecitato la classificazione dei deepfake come reato, sottolineando la responsabilità sociale ed editoriale nel preservare l’integrità dell’informazione. Il funzionamento delle AI è spesso opaco: sono “black box” che generano output assertivi, raramente contraddittori, e pieni di “bias” riflessi della cultura dominante nei dataset. Esempi semplici ma efficaci hanno coinvolto il pubblico: * chiedere un'immagine di una persona che scrive con la sinistra restituisce quasi sempre un’immagine di una persona che scrive con la mano destra, per via del feed dominante di immagini;
- un orologio disegnato dall'AI segnerà sempre le 10:10, perché è lo standard fotografico che ha appreso. Questi casi sono serviti a evidenziare come i sistemi generativi propaghino stereotipi e convenzioni preesistenti, influenzando la percezione della realtà.
Il dibattito è stato arricchito da momenti interattivi che hanno coinvolto direttamente la platea. Uno dei più apprezzati è stato il “gioco dei volti”, che ha messo alla prova i partecipanti nel riconoscimento di volti generati o modificati dall’AI. Un modo efficace per riflettere sulla difficoltà crescente nel distinguere vero e falso nel mondo digitale. Il mondo dello sport è stato chiamato in causa attraverso l’esperimento fatto in NBA con la trasformazione delle emozioni dei tifosi avversari. Il caso di studio ha mostrato come anche lo sport non sia immune alle distorsioni generate dalla nuova tecnologia. Il panel ha lasciato una consapevolezza chiara: l’AI è una rivoluzione in atto, ma senza regole condivise e una cultura digitale più matura, rischia di minare fiducia e trasparenza. “Nel digitale nulla è davvero gratuito” - ha sottolineato Barachini - “Il prezzo, spesso, è la consegna dei nostri dati.” A chiudere l’incontro, Pierdamiano Tomagra (Head of Digital Lega Serie A) ha consegnato i premi, in un finale che ha voluto riconoscere il valore dell’educazione digitale come primo strumento di difesa per tutti.
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