NAPOLI–INTER, LA CARTINA TORNASOLE DEL CAMPIONATO
Il Maradona si prepara ad accendere i riflettori sul big match dell’ottava giornata di Serie A Enilive: Napoli e Inter arrivano alla sfida a pari punti, ma con sensazioni molto diverse.
Stati di forma e strategie tattiche tra Napoli e Inter
La squadra di Antonio Conte è reduce da una settimana difficile, tra la sconfitta con il Torino e la debacle europea a Eindhoven, 6-2 contro il PSV, il passivo più ampio mai subito da un allenatore italiano in Champions League e il più pesante per il Napoli dal 1997. Una frenata che ne mette a nudo i limiti di tenuta difensiva, il pilastro incrollabile su cui i campani avevano costruito la straordinaria campagna Scudetto. Il Napoli ha infatti subito gol in tutte le ultime sette partite: la ricerca di un atteggiamento più propositivo e di un baricentro alto comporta rischi, soprattutto contro avversarie come l’Inter, maestra nel colpire in transizione. Per evitare di concedere campo, serviranno maggior attenzione nelle coperture centrali e una gestione del possesso più ragionata. Dall’altra parte, l’Inter di Cristian Chivu sembra aver trovato continuità dopo le difficoltà iniziali. Fresca del 4-0 sull’Union Saint-Gilloise in Champions e reduce da sette successi consecutivi in tutte le competizioni, la squadra nerazzurra viaggia su binari sicuri. La fase difensiva è tornata a livelli di eccellenza e, dopo i sei gol incassati tra Udinese e Juventus, la porta nerazzurra si è via via andata a restringere con due sole reti subite (contro Sassuolo e Cremonese). Chivu ha consolidato una struttura solida, basata su pressing alto, ripartenze rapide e ampiezza sugli esterni, elementi che saranno le armi più credibili anche al Maradona. I numeri confermano l’efficacia del modello: i nerazzurri sono la squadra che in questa Serie A ha effettuato ****più tiri (14 a partita) e che ha segnato più gol (3) a seguito di un recupero offensivo in pressing. Un equilibrio dinamico, capace di alternare momenti di possesso a verticalizzazioni immediate, sempre con l’obiettivo di valorizzare gli esterni e costringere le difese avversarie a scoprirsi.
Nuovi innesti e impatto sul gioco delle due squadre
Una delle principali differenze tra le due squadre riguarda l’impatto dei nuovi innesti.
A Napoli, il processo di integrazione degli acquisti estivi sta richiedendo tempo e adattamenti tattici. Rasmus Højlund (4 gol e 2 assist) e Kevin De Bruyne (3 gol, tutti da fermo, e 2 assist) sono stati finora i più produttivi, mentre Noa Lang, Lucca, Elmas e Gutiérrez devono ancora trovare continuità. Anche per Beukema e Marianucci non è stato facile entrare nei meccanismi di un reparto arretrato che, complici anche gli infortuni di Buongiorno e Rrahmani, ha imbarcato più acqua del previsto. L’inserimento di De Bruyne, inoltre, ha portato Conte a ridisegnare il centrocampo, passando dal classico 3-5-2 a un centrocampo a quattro, con McTominay dislocato nella insolita posizione di esterno sinistro.
Lo scozzese è stato il migliore dei suoi nella notte di Eindhoven (prima doppietta europea in carriera) e, insieme a Politano, avrà il compito di aprire la difesa a tre nerazzurra.
De Bruyne, dal canto suo, ritrova una squadra che in carriera gli ha sempre portato bene: dagli inizi con il Wolfsburg e le due reti realizzate negli ottavi di Europa League ormai più di 10 anni fa, all’apoteosi della finale di Istanbul col Manchester City, contro l’Inter non ha mai perso in quattro confronti diretti. L’Inter ha invece tratto benefici immediati dal mercato estivo, soprattutto nelle rotazioni offensive.
Pio Esposito e Ange-Yoan Bonny si sono rivelati risorse preziose e offrono già importanti garanzie di rendimento per Chivu: il canterano nerazzurro (2 gol e 1 assist) ha mostrato una sorprendente maturità alla prima stagione in Serie A, dimostrandosi a suo agio al fianco di Lautaro Martínez nel ruolo di attaccante boa; il francese ex Parma (3 gol e 4 assist in 7 presenze) ha avuto un impatto travolgente, partecipando direttamente agli ultimi cinque gol nerazzurri.
In difesa, Akanji ha sostituito Pavard con personalità, dando garanzie assolute di affidabilità, mentre Sučić si sta ritagliando un ruolo importante nelle rotazioni di centrocampo. I protagonisti del big match in casa nerazzurra saranno gli stessi dell’anno scorso, in una squadra per nove undicesimi identica, desiderosi di rivincita.
Il Maradona come banco di prova
Nella scorsa stagione, i due confronti terminarono 1-1, consentendo a Conte di congelare le distanze tra le due contendenti al titolo. Partite tattiche, equilibrate. All’andata, il pari era arrivato dopo i gol di McTominay e Çalhanoğlu, con il turco che aveva poi fallito un rigore nel finale. Al ritorno, l’Inter aveva assaporato il successo con Dimarco prima della beffa firmata Billing a tre minuti dal termine. Per i nerazzurri, bissare a Napoli il successo dell’Olimpico sarebbe una prova di maturità definitiva che consentirebbe di archiviare la stagione passata, soprattutto alla luce delle difficoltà palesate lo scorso anno negli scontri diretti.
Per i Campioni in carica, invece, il match è l’occasione per invertire la rotta: contro i rivali più diretti per il titolo, servono risposte immediate per ritrovare fiducia e compattezza in un ambiente che inizia a fare i conti con il peso del doppio impegno settimanale. Il Maradona, imbattuto in Serie A dall’8 dicembre 2024 (0-1 con la Lazio), è pronto a spingere gli azzurri: 11 vittorie interne nelle ultime 14 gare, e tre successi su tre in questo campionato. Vincere ancora significherebbe partire con quattro vittorie casalinghe consecutive per il secondo anno di fila, impresa riuscita solo nel biennio 1965/66 e 1966/67. (Foto Getty Images)
