PISA-FIORENTINA, DERBY DELL’ARNO E STORIA
Nell’arco di un campionato, ogni partita conta 3 punti. È così praticamente ovunque, ed è la medesima filastrocca anche in Serie A Enilive. Ma se da una parte è vero che non si può prescindere da questa regola, è altrettanto valida l’affermazione “non tutte le partite pesano alla stessa maniera”. Un mantra per i tifosi, un appunto da segnare sul calendario per i più appassionati. L’aria che si respira attorno all’Arena Garibaldi è più densa in questi giorni, e anche volendo evitare il pensiero, la mente si proietta all’appuntamento della prossima giornata. Domenica alle ore 15 sarà tempo di Pisa-Fiorentina, dopo 23 anni le due città bagnate dall’Arno torneranno alla foce del fiume per confrontarsi in quello che viene definito come uno dei derby più sentiti del panorama calcistico italiano.
Guelfi, ghibellini e le sfide del passato
C’è tanta storia nella rivalità tra pisani e fiorentini. E anche se per molti fedelissimi nerazzurri (se non per quasi tutti) la sfida con il Livorno merita il gradino più alto del podio in termini di antagonismo, il match contro la formazione viola è sinonimo di competizione non solo in termini sportivi. La divergenza assume distanze più profonde toccando radici risalenti al Medioevo: Pisa dalla parte dei Ghibellini, Firenze al fianco dei Guelfi. Racconti che arrivano alle rotte del commercio marittimo, con la città di Pisa che impose dazi a quella gigliata per il transito delle merci; tutto ciò per giungere infine ai giorni nostri, dove la rivalità ha assunto la forma sportiva della competizione sull’erba di un campo da calcio.
I precedenti tra le due squadre sono in totale 25, di cui 14 in Serie A. Non tantissimi, ma sicuramente molto significativi. Nel totale, la Fiorentina è avanti con 14 successi, a fronte di 7 pareggi e 4 vittorie del Pisa. L’incrocio più recente risale alla stagione 2002-03: il Pisa ebbe la meglio sull’allora Florentia Viola (nome scelto dopo il fallimento dell’annata precedente) in Coppa Italia Serie C, la partita terminò 0-1 grazie al gol di Frati; quello è, ad oggi, l’unico successo pisano allo stadio Franchi in casa viola. In campionato, le due formazioni si sono affrontate l’ultima volta durante la Serie B 1993-94: all’andata vittoria Fiorentina per 4-1, nel girone di ritorno 0-0 all’Arena Garibaldi; al termine di quella stagione i gigliati fecero ritorno in Serie A, mentre il Pisa venne retrocesso in Serie C1 dopo uno spareggio salvezza perso ai rigori contro l’Acireale.
Il violino del Gila, le corse di Cuadrado e i precedenti di Pioli
Partita speciale non solo per i tifosi, ma anche per Alberto Gilardino e Juan Cuadrado; due grandi ex della sfida. L’allenatore biellese non ha sfigurato nel match in casa del Napoli e ora vuole provare a centrare la prima vittoria in campionato proprio ai danni della sua cara Fiorentina. Per l’esterno colombiano è, invece, una prova del nove: nelle prime giornate è stato impiegato a match in corso, e nella sfida dell’Arena Garibaldi la sua esperienza potrebbe risultare molto utile ai fini del risultato finale. Spulciando le statistiche del passato vengono a galla numeri importanti: Gilardino ha vissuto la realtà gigliata tra il 2008 e il 2012 e nel 2015, totalizzando 153 presenze e 63 reti. Un violino che ha suonato spesso dalle parti dello stadio Franchi. Per Cuadrado la maglia viola è stata sinonimo di affermazione: tre annate (dal 2012 al 2015) dove seppe farsi amare grazie alle scorribande sulla fascia, guidando la squadra alla finale di Coppa Italia, persa nel 2014 contro il Napoli. Gol e assist con i quali i due ex calciatori hanno infiammato il pubblico fiorentino, ma nella gara di domenica ci sarà spazio solo per l’orgoglio di conquistare punti importanti con il Pisa.
Sarà la prima da allenatore contro il Pisa per Stefano Pioli, chiamato alla riscossa dopo la sconfitta subita in casa contro il Como. Da calciatore, il tecnico viola è sceso in campo contro i nerazzurri ben 4 volte – 3 con la maglia del Verona e una con quella della Fiorentina. Il match dell’Arena Garibaldi rappresenta per mister Pioli un banco di prova importante per muovere il primo passo verso la risalita in classifica. La carica del derby potrebbe fare la differenza, una vittoria che vale molto più dei canonici 3 punti in palio.
Dunga, il grande doppio ex
Tra le pagine del passato non si può non citare Carlos Dunga, giocatore capace di scrivere la storia di entrambi i club. Il brasiliano sbarcò in Italia nel 1987, acquistato proprio dal Pisa. Superato un certo scetticismo generale, si dimostrò presto un guerriero in campo. Carattere focoso, senso tattico e grinta a contraddistinguerne l’atteggiamento sul terreno di gioco: Dunga divenne il leader del centrocampo nerazzurro, contribuendo in modo decisivo alla salvezza in Serie A. Quell'unica stagione (1987-1988) bastò per farlo entrare nel cuore dei tifosi pisani, che ancora oggi lo ricordano con affetto e come uno dei giocatori più forti visti all'Arena Garibaldi.
Dopo l'ottima stagione, Carlos Dunga passò alla Fiorentina nell'estate del 1988. A Firenze attraversò un quadriennio molto importante della sua carriera. Raggiunse nel 1990 la finale di coppa UEFA (persa contro la Juventus), recitando un ruolo da protagonista di quella cavalcata europea. In viola giocò al fianco di fuoriclasse come Roberto Baggio e Gabriel Omar Batistuta, oltre ad essere stato compagno di squadra di Stefano Pioli; chiuse la sua esperienza alla Fiorentina nel 1992. (Foto LaPresse + Getty Images)
