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ATALANTA-BOLOGNA: WORKING CLASS HERO

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Campionato Primavera 1 25/26 - Variazioni campo Parma-Roma e Atalanta-Verona

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&lt;p&gt;Nel calcio, come nella vita, c’è un tempo per qualsiasi cosa. Lo sanno molto bene &lt;strong&gt;Atalanta e Bologna&lt;/strong&gt;: due realtà che hanno saputo aspettare. Guardando le altre vincere, chiedendosi come fare per arrivare a quei livelli, sfruttando i propri mezzi, cercando di avvicinare le stelle senza interpretare solo e soltanto la parte della Cenerentola di passaggio.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Il calcio va avanti, si evolve, richiede sempre di più. Budget, risorse, strutture, merchandising, visibilità; le big d’Europa hanno imparato da un pezzo quanto sia funzionale coniugare tutti questi aspetti per creare un meccanismo virtuoso. Tra un progetto fortunato e uno meno vincente, la sfera si riproduce al termine di ogni ciclo e la possibilità di rinnovarsi è sempre dietro l’angolo. &lt;strong&gt;Esistono, però, altri modi, nuove strade&lt;/strong&gt;. È un po’ come quando l’alpinista decide di aprire una nuova via di alta montagna, scalando il versante definito inaccessibile. Ci vuole preparazione, certo, ma anche quell’audacia che in fondo, se non hai tentato, non puoi saperlo. E se poi l’impresa riesce, altri possono provare: il coraggio spesso è contagioso.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;&lt;strong&gt;DAGLI ANNI DEL PAPU ALLA FINALE DI EUROPA LEAGUE&lt;/strong&gt;&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Sulla cresta dell’onda da ormai quasi un decennio, &lt;strong&gt;l’Atalanta ha acquisito lo status di grande squadra&lt;/strong&gt; e sembrerebbe strano non considerarla in questa maniera. A Bergamo si respira calcio da una vita, ma il salto di qualità dell’epoca più recente è un profumo mai assaporato prima. Una dimensione figlia di scelte giuste, oculate e pensate, di uomini al timone che hanno avuto il merito di tracciare le rotte per andare a navigare in acque inesplorate.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;La gestione della famiglia Percassi ha dato modo alla città di alzare l’asticella e la trasformazione ha preso piede senza proclami, sfruttando l’armonia e gli incastri perfetti venutisi a creare. La prima Dea - quella della stagione 2016/17 - è una bella novità: Gasperini al comando mette insieme un mix di italiani in rampa di lancio (tra cui Spinazzola, Caldara, Conti e Gagliardini), trainando il gruppo &lt;strong&gt;sotto la stella del Papu Gómez&lt;/strong&gt;, che sprigionerà tutto il proprio talento con la maglia nerazzurra. Dal 4° posto di fine stagione, si passa alle affermazioni dei campionati successivi. La Serie A vede nascere una nuova contendente ai piani alti e l’Europa inizia ad accorgersi dell’Atalanta targata Gasperini. Nel 2020 il percorso in Champions si infrange solo contro il Psg a pochi passi dalla semifinale, con ancora negli occhi le magie di &lt;strong&gt;Iličić&lt;/strong&gt; allo stadio Mestalla di Valencia.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Dall’anno dopo, una fase necessaria di rinnovamento prende forma. Arrivano nuovi interpreti, qualche senatore lascia, ma la musica non cambia la melodia. L’Atalanta investe, produce sul mercato, ricava e si muove con le tempistiche di chi non deve più aspettare. Il ciclo successivo è la naturale conseguenza di una macchina che viaggia con il cambio automatico. L’apice è naturalmente la notte di Dublino dello scorso maggio: &lt;strong&gt;3-0 agli invincibili del Bayer Leverkusen&lt;/strong&gt; e l’Europa League come regalo di una storia ricca di insegnamenti.&lt;/p&gt;&lt;figure data-asset-id=&#34;31263384-33fc-469b-9668-f4f73d326690&#34; data-image-id=&#34;31263384-33fc-469b-9668-f4f73d326690&#34;&gt;&lt;img src=&#34;https://assets-eu-01.kc-usercontent.com:443/6be6dbcf-fd70-012d-ec80-2d3245f5ce6a/c29c6678-5364-4cb7-abe4-ea9ac87b693c/Sito_HERO_atalanta.jpg&#34; data-asset-id=&#34;31263384-33fc-469b-9668-f4f73d326690&#34; data-image-id=&#34;31263384-33fc-469b-9668-f4f73d326690&#34; alt=&#34;&#34;&gt;&lt;/figure&gt;&lt;p&gt;&lt;strong&gt;SOTTO IL SEGNO DEL GASP&lt;/strong&gt;&lt;/p&gt;&lt;p&gt;La ricetta della Dea è facile e segreta allo stesso tempo. Difficile da replicare, maniacale per certi versi.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;&lt;strong&gt;Gian Piero Gasperini&lt;/strong&gt; ne è certamente il primo ingrediente. Un allenatore arrivato nel posto giusto, al momento giusto. Capace di sfruttare l’enorme bagaglio d’esperienza maturato in Serie A, fino a collocare in quel di Zingonia la base lavorativa da cui sono nati i successi di questi anni. Il “Gasp” non ha mai cambiato filosofia: ai tempi del Genoa ha lasciato ampie tracce del suo credo, fatto di atletismo, acume tattico, duelli a tutto campo e predisposizione al dominio del gioco. A Bergamo ha saputo circondarsi di giocatori pratici durante la prima ondata, per poi modellare il suo vestito a interpreti differenti nelle ultime stagioni. Diretto, schietto, affamato, impetuoso. Il tecnico di Grugliasco è sempre stato così e il suo lavoro verrà lasciato ai posteri come un disegno al quale ispirarsi.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;&lt;strong&gt;LA STRUTTURA BERGAMASCA: DALL’ACADEMY AL MERCATO&lt;/strong&gt;&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Già citata in precedenza, la famiglia Percassi è l’altro segreto dei successi in casa Dea. Il nuovo stadio (Gewiss Stadium) è un piccolo brillante gioiello, quasi un premio per l’amministrazione di questi lunghi anni. &lt;strong&gt;Da Antonio Percassi (presidente in carica dal 2010) al figlio Luca (Amministratore Delegato)&lt;/strong&gt;, l’Atalanta ha trovato enorme giovamento. Sì, perché le conquiste del club si manifestano con la prima squadra, ma il lavoro dietro le quinte è stato spesso il vero motivo della longevità bergamasca. Il settore giovanile tenuto in grande considerazione, &lt;strong&gt;la formazione Under 23&lt;/strong&gt; che da due anni è serbatoio di nuovi talenti, i nomi dell’area tecnica scovati con sapienza, affidando le chiavi della crescita a persone preparate e di estrema competenza.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Da Giovanni Sartori a &lt;strong&gt;Tony D’Amico&lt;/strong&gt;. Il passaggio di consegne della figura di direttore sportivo è avvenuto nel 2022, ma in realtà la famiglia Percassi ha sempre avuto ben chiari gli obiettivi di crescita del marchio anche in questo senso. Investimenti oculati, mosse di mercato precise, cessioni al momento giusto per sostenere la piramide e sostituire il vecchio con il nuovo. I nerazzurri hanno una strada propria, non più condizionata dai movimenti degli altri club, le grandi operazioni si slegano dalle dinamiche esterne. &lt;strong&gt;L’Atalanta brilla di luce propria&lt;/strong&gt;.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;&lt;strong&gt;IL BOLOGNA A BERGAMO PER CONTINUARE A SALIRE&lt;/strong&gt;&lt;/p&gt;&lt;p&gt;C’è chi la chiama la nuova Atalanta, ma in realtà &lt;strong&gt;il Bologna è qualcosa di diverso&lt;/strong&gt;, un segnale dal futuro che sprona chiunque a fare del proprio meglio.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Ci sono similitudini sull`asse Bergamasco-Bolognese: due splendide città, scrigno di arte e cultura, la passione di due tifoserie calde e appassionate e anche le ambizioni. I neroazzurri prima di questo nuovo ciclo avevano vinto solo una Coppa Italia nella stagione 1962/63 e sognavano di potersi misurare stabilmente con le grandi, i rossoblù, invece, vincitori di sette Scudetti, speravano da anni di poter tornare ai fasti degli anni trenta e poi sessanta, quando giocavano per poter guardare tutti dall`alto verso il basso e spesso ci riuscivano.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;&lt;a href=&#34;https://highlights.legaseriea.it/campionato/coppa-italia/2024-2025/highlights-giornata-5/atalanta-bologna-04-02-2025/&#34;&gt;Nel 2025 già di fronte in Coppa Italia Frecciarossa&lt;/a&gt;, &lt;strong&gt;Atalanta e Bologna si ritroveranno faccia a faccia domenica 13 aprile all’ora di pranzo&lt;/strong&gt;, con un solo punto di differenza in classifica, alla resa dei conti in chiave Champions. Il Bologna ha vinto le ultime due trasferte giocate contro l’Atalanta in Serie A, ma non sarà un dentro o fuori, anche se negli ambienti rossoblù si percepisce l’importanza del momento.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;&lt;strong&gt;DAL SOGNO ALLA REALTÀ: LA GRANDEZZA DEL NUOVO BOLOGNA&lt;/strong&gt;&lt;/p&gt;&lt;p&gt;La sensazione è che mai ci sia stato - negli ultimi campionati - questo livellamento dei valori tra le due formazioni, e se l’anno scorso sembrava solo una bella favola, ora la risposta non è più così banale. Bologna ha resistito all’ondata di popolarità: dai talenti scovati e poi visti andare via (&lt;strong&gt;Riccardo Calafiori&lt;/strong&gt; e&lt;strong&gt; &lt;/strong&gt;&lt;a href=&#34;https://www.legaseriea.it/it/media/serie-a/joshua-zirkzee-show-tutti-i-gol-13ll8c8k70hcee&#34;&gt;&lt;strong&gt;Joshua Zirkzee&lt;/strong&gt;&lt;/a&gt;), all’addio di Thiago Motta, fino ad arrivare alla partita in programma al Gewiss Stadium. Inizia ormai in tutta la città (e non solo) a farsi largo il pensiero di essere solamente a un punto di partenza e non di arrivo.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;La qualificazione in Champions è alla portata, perché questa squadra ha dimostrato di poterci stare. Dopo lo scotto iniziale in Europa, la formazione emiliana ha chiuso la League Phase 2024/25 pareggiando in casa di Benfica e Sporting CP, buttandoci in mezzo lo scalpo del Borussia Dortmund, preso allo stadio Renato Dall’Ara. Da quella tappa, Vincenzo Italiano ha tracciato i contorni della risalita: mantenendo tutti sulla corda, il tecnico ha sfruttato orizzontalmente la bontà della propria rosa, portando avanti in parallelo &lt;strong&gt;l’obiettivo rimonta in Serie A Enilive&lt;/strong&gt; e il cammino in Coppa Italia Frecciarossa.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;&lt;strong&gt;PROFILI CHIARI E INVESTIMENTO SUI GIOVANI ROSSOBLÚ&lt;/strong&gt;&lt;/p&gt;&lt;p&gt;&lt;strong&gt;La forza del gruppo si manifesta proprio nella sua profondità&lt;/strong&gt;. Basti pensare alle rotazioni in tutti i reparti e al rilancio di pedine fondamentali alla causa. Il minutaggio spalmato, le scelte di formazione in relazione all’avversario aiutano il Bologna a diventare imprevedibile agli occhi dell’avversario. Sono tante le rimonte in questa seconda parte di stagione, a conferma delle ampie scelte in panchina per cambiare il volto di qualsiasi match.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;L’entusiasmo tangibile intorno alla sfera bolognese ha aiutato molto l’affermazione dei talenti più giovani. È stato &lt;strong&gt;Santiago Castro&lt;/strong&gt; (classe 2004) a raccogliere il pesante testimone lasciato da Zirkzee: l’argentino è diventato presto il fulcro delle giocate, caricandosi sulle spalle il peso dell’attacco con faccia tosta e gol sicuri. Le prestazioni di Domínguez (2003), Fabbian (2003) e il rilancio di un talento come Cambiaghi (2000) sono il risultato di un contesto sano, che ha dato modo a molti di lavorare e crescere nella propria comfort zone. A convalida di ciò, &lt;strong&gt;il Bologna vanta il quarto attacco più prolifico del campionato&lt;/strong&gt;, con 51 gol segnati: meno solo di Lazio (52), Atalanta (63) e Inter (69).&lt;/p&gt;&lt;p&gt;&lt;strong&gt;SARTORI-ITALIANO, PUNTE DI DIAMANTE&lt;/strong&gt;&lt;/p&gt;&lt;figure data-asset-id=&#34;f028d2d1-8c6d-440d-b041-67ce69d63dff&#34; data-image-id=&#34;f028d2d1-8c6d-440d-b041-67ce69d63dff&#34;&gt;&lt;img src=&#34;https://assets-eu-01.kc-usercontent.com:443/6be6dbcf-fd70-012d-ec80-2d3245f5ce6a/a80e4201-49c0-4fe5-885e-0a3494290158/Sito_HERO_sartori.jpg&#34; data-asset-id=&#34;f028d2d1-8c6d-440d-b041-67ce69d63dff&#34; data-image-id=&#34;f028d2d1-8c6d-440d-b041-67ce69d63dff&#34; alt=&#34;&#34;&gt;&lt;/figure&gt;&lt;p&gt;Ci vuole tempo. Il tempo che ci ha messo &lt;strong&gt;Giovanni Sartori &lt;/strong&gt;per affermarsi anche a Bologna. Ben poco, in realtà. Giunto in terra emiliana nel 2022, ha posto subito le basi per piantare i semi del raccolto. La terra era fertile, alla corte di &lt;strong&gt;Joey Saputo&lt;/strong&gt;, presidente ambizioso e lucido nelle proprie pianificazioni. Il primo campionato con Sartori responsabile dell’area tecnica viene chiuso al 9° posto, poi arriva la stagione della Champions e, in coda a quel traguardo, la chiamata al compito più duro. Dare continuità.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Il Bologna in estate vede partire i pezzi pregiati, ma le conferme in sordina dello zoccolo duro sono il primo step verso la riaffermazione. Il lavoro sul mercato è oculato, senza voli pindarici, ma riempiendo le caselle mancanti per fornire al proprio allenatore titolari e alternative di livello in ogni ruolo. La strategia paga e a Casteldebole arriva mister &lt;strong&gt;Vincenzo Italiano&lt;/strong&gt;. È la miccia che accende la ripartenza. I risultati alla lunga manifestano la bontà dell’opera e il modus operandi della stagione attuale si aggancia perfettamente alla catena che lega il progetto Bologna ad un contesto più ampio, fortemente duraturo.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Godiamoci lo scenario. Solo il tempo ci porterà a scoprire i nuovi piani di Atalanta e Bologna. Esempio, presente e futuro del calcio italiano. Ora è il momento di dare la parola al campo.&lt;/p&gt;&lt;figure data-asset-id=&#34;4be37c4f-8518-4d9d-af93-260c765f2d6b&#34; data-image-id=&#34;4be37c4f-8518-4d9d-af93-260c765f2d6b&#34;&gt;&lt;img src=&#34;https://assets-eu-01.kc-usercontent.com:443/6be6dbcf-fd70-012d-ec80-2d3245f5ce6a/919c51c2-53ab-4bf0-8330-2966ca6c7bb6/Sito_HERO_gasp_ita.jpg&#34; data-asset-id=&#34;4be37c4f-8518-4d9d-af93-260c765f2d6b&#34; data-image-id=&#34;4be37c4f-8518-4d9d-af93-260c765f2d6b&#34; alt=&#34;&#34;&gt;&lt;/figure&gt;&lt;p&gt;(Foto Getty Images)&lt;/p&gt;

L’incrocio Champions tra Atalanta e Bologna racconta l’affermazione di due società che sognano in grande. Il lavoro sulla parte tecnica, i segreti del mercato, la gestione societaria: gli aspetti più significati delle due squadre in rampa di lancio

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Nel calcio, come nella vita, c’è un tempo per qualsiasi cosa. Lo sanno molto bene Atalanta e Bologna: due realtà che hanno saputo aspettare. Guardando le altre vincere, chiedendosi come fare per arrivare a quei livelli, sfruttando i propri mezzi, cercando di avvicinare le stelle senza interpretare solo e soltanto la parte della Cenerentola di passaggio.Il calcio va avanti, si evolve, richiede sempre di più. Budget, risorse, strutture, merchandising, visibilità; le big d’Europa hanno imparato da un pezzo quanto sia funzionale coniugare tutti questi aspetti per creare un meccanismo virtuoso. Tra un progetto fortunato e uno meno vincente, la sfera si riproduce al termine di ogni ciclo e la possibilità di rinnovarsi è sempre dietro l’angolo. Esistono, però, altri modi, nuove strade. È un po’ come quando l’alpinista decide di aprire una nuova via di alta montagna, scalando il versante definito inaccessibile. Ci vuole preparazione, certo, ma anche quell’audacia che in fondo, se non hai tentato, non puoi saperlo. E se poi l’impresa riesce, altri possono provare: il coraggio spesso è contagioso.DAGLI ANNI DEL PAPU ALLA FINALE DI EUROPA LEAGUESulla cresta dell’onda da ormai quasi un decennio, l’Atalanta ha acquisito lo status di grande squadra e sembrerebbe strano non considerarla in questa maniera. A Bergamo si respira calcio da una vita, ma il salto di qualità dell’epoca più recente è un profumo mai assaporato prima. Una dimensione figlia di scelte giuste, oculate e pensate, di uomini al timone che hanno avuto il merito di tracciare le rotte per andare a navigare in acque inesplorate.La gestione della famiglia Percassi ha dato modo alla città di alzare l’asticella e la trasformazione ha preso piede senza proclami, sfruttando l’armonia e gli incastri perfetti venutisi a creare. La prima Dea - quella della stagione 2016/17 - è una bella novità: Gasperini al comando mette insieme un mix di italiani in rampa di lancio (tra cui Spinazzola, Caldara, Conti e Gagliardini), trainando il gruppo sotto la stella del Papu Gómez, che sprigionerà tutto il proprio talento con la maglia nerazzurra. Dal 4° posto di fine stagione, si passa alle affermazioni dei campionati successivi. La Serie A vede nascere una nuova contendente ai piani alti e l’Europa inizia ad accorgersi dell’Atalanta targata Gasperini. Nel 2020 il percorso in Champions si infrange solo contro il Psg a pochi passi dalla semifinale, con ancora negli occhi le magie di Iličić allo stadio Mestalla di Valencia.Dall’anno dopo, una fase necessaria di rinnovamento prende forma. Arrivano nuovi interpreti, qualche senatore lascia, ma la musica non cambia la melodia. L’Atalanta investe, produce sul mercato, ricava e si muove con le tempistiche di chi non deve più aspettare. Il ciclo successivo è la naturale conseguenza di una macchina che viaggia con il cambio automatico. L’apice è naturalmente la notte di Dublino dello scorso maggio: 3-0 agli invincibili del Bayer Leverkusen e l’Europa League come regalo di una storia ricca di insegnamenti.<figure data-asset-id="31263384-33fc-469b-9668-f4f73d326690" data-image-id="31263384-33fc-469b-9668-f4f73d326690"><img src="https://assets-eu-01.kc-usercontent.com:443/6be6dbcf-fd70-012d-ec80-2d3245f5ce6a/c29c6678-5364-4cb7-abe4-ea9ac87b693c/Sito_HERO_atalanta.jpg" data-asset-id="31263384-33fc-469b-9668-f4f73d326690" data-image-id="31263384-33fc-469b-9668-f4f73d326690" alt=""></figure>SOTTO IL SEGNO DEL GASPLa ricetta della Dea è facile e segreta allo stesso tempo. Difficile da replicare, maniacale per certi versi.Gian Piero Gasperini ne è certamente il primo ingrediente. Un allenatore arrivato nel posto giusto, al momento giusto. Capace di sfruttare l’enorme bagaglio d’esperienza maturato in Serie A, fino a collocare in quel di Zingonia la base lavorativa da cui sono nati i successi di questi anni. Il “Gasp” non ha mai cambiato filosofia: ai tempi del Genoa ha lasciato ampie tracce del suo credo, fatto di atletismo, acume tattico, duelli a tutto campo e predisposizione al dominio del gioco. A Bergamo ha saputo circondarsi di giocatori pratici durante la prima ondata, per poi modellare il suo vestito a interpreti differenti nelle ultime stagioni. Diretto, schietto, affamato, impetuoso. Il tecnico di Grugliasco è sempre stato così e il suo lavoro verrà lasciato ai posteri come un disegno al quale ispirarsi.LA STRUTTURA BERGAMASCA: DALL’ACADEMY AL MERCATOGià citata in precedenza, la famiglia Percassi è l’altro segreto dei successi in casa Dea. Il nuovo stadio (Gewiss Stadium) è un piccolo brillante gioiello, quasi un premio per l’amministrazione di questi lunghi anni. Da Antonio Percassi (presidente in carica dal 2010) al figlio Luca (Amministratore Delegato), l’Atalanta ha trovato enorme giovamento. Sì, perché le conquiste del club si manifestano con la prima squadra, ma il lavoro dietro le quinte è stato spesso il vero motivo della longevità bergamasca. Il settore giovanile tenuto in grande considerazione, la formazione Under 23 che da due anni è serbatoio di nuovi talenti, i nomi dell’area tecnica scovati con sapienza, affidando le chiavi della crescita a persone preparate e di estrema competenza.Da Giovanni Sartori a Tony D’Amico. Il passaggio di consegne della figura di direttore sportivo è avvenuto nel 2022, ma in realtà la famiglia Percassi ha sempre avuto ben chiari gli obiettivi di crescita del marchio anche in questo senso. Investimenti oculati, mosse di mercato precise, cessioni al momento giusto per sostenere la piramide e sostituire il vecchio con il nuovo. I nerazzurri hanno una strada propria, non più condizionata dai movimenti degli altri club, le grandi operazioni si slegano dalle dinamiche esterne. L’Atalanta brilla di luce propria.IL BOLOGNA A BERGAMO PER CONTINUARE A SALIREC’è chi la chiama la nuova Atalanta, ma in realtà il Bologna è qualcosa di diverso, un segnale dal futuro che sprona chiunque a fare del proprio meglio.Ci sono similitudini sull`asse Bergamasco-Bolognese: due splendide città, scrigno di arte e cultura, la passione di due tifoserie calde e appassionate e anche le ambizioni. I neroazzurri prima di questo nuovo ciclo avevano vinto solo una Coppa Italia nella stagione 1962/63 e sognavano di potersi misurare stabilmente con le grandi, i rossoblù, invece, vincitori di sette Scudetti, speravano da anni di poter tornare ai fasti degli anni trenta e poi sessanta, quando giocavano per poter guardare tutti dall`alto verso il basso e spesso ci riuscivano.<a href="https://highlights.legaseriea.it/campionato/coppa-italia/2024-2025/highlights-giornata-5/atalanta-bologna-04-02-2025/">Nel 2025 già di fronte in Coppa Italia Frecciarossa</a>, Atalanta e Bologna si ritroveranno faccia a faccia domenica 13 aprile all’ora di pranzo, con un solo punto di differenza in classifica, alla resa dei conti in chiave Champions. Il Bologna ha vinto le ultime due trasferte giocate contro l’Atalanta in Serie A, ma non sarà un dentro o fuori, anche se negli ambienti rossoblù si percepisce l’importanza del momento.DAL SOGNO ALLA REALTÀ: LA GRANDEZZA DEL NUOVO BOLOGNALa sensazione è che mai ci sia stato - negli ultimi campionati - questo livellamento dei valori tra le due formazioni, e se l’anno scorso sembrava solo una bella favola, ora la risposta non è più così banale. Bologna ha resistito all’ondata di popolarità: dai talenti scovati e poi visti andare via (Riccardo Calafiori e <a href="https://www.legaseriea.it/it/media/serie-a/joshua-zirkzee-show-tutti-i-gol-13ll8c8k70hcee">Joshua Zirkzee</a>), all’addio di Thiago Motta, fino ad arrivare alla partita in programma al Gewiss Stadium. Inizia ormai in tutta la città (e non solo) a farsi largo il pensiero di essere solamente a un punto di partenza e non di arrivo.La qualificazione in Champions è alla portata, perché questa squadra ha dimostrato di poterci stare. Dopo lo scotto iniziale in Europa, la formazione emiliana ha chiuso la League Phase 2024/25 pareggiando in casa di Benfica e Sporting CP, buttandoci in mezzo lo scalpo del Borussia Dortmund, preso allo stadio Renato Dall’Ara. Da quella tappa, Vincenzo Italiano ha tracciato i contorni della risalita: mantenendo tutti sulla corda, il tecnico ha sfruttato orizzontalmente la bontà della propria rosa, portando avanti in parallelo l’obiettivo rimonta in Serie A Enilive e il cammino in Coppa Italia Frecciarossa.PROFILI CHIARI E INVESTIMENTO SUI GIOVANI ROSSOBLÚLa forza del gruppo si manifesta proprio nella sua profondità. Basti pensare alle rotazioni in tutti i reparti e al rilancio di pedine fondamentali alla causa. Il minutaggio spalmato, le scelte di formazione in relazione all’avversario aiutano il Bologna a diventare imprevedibile agli occhi dell’avversario. Sono tante le rimonte in questa seconda parte di stagione, a conferma delle ampie scelte in panchina per cambiare il volto di qualsiasi match.L’entusiasmo tangibile intorno alla sfera bolognese ha aiutato molto l’affermazione dei talenti più giovani. È stato Santiago Castro (classe 2004) a raccogliere il pesante testimone lasciato da Zirkzee: l’argentino è diventato presto il fulcro delle giocate, caricandosi sulle spalle il peso dell’attacco con faccia tosta e gol sicuri. Le prestazioni di Domínguez (2003), Fabbian (2003) e il rilancio di un talento come Cambiaghi (2000) sono il risultato di un contesto sano, che ha dato modo a molti di lavorare e crescere nella propria comfort zone. A convalida di ciò, il Bologna vanta il quarto attacco più prolifico del campionato, con 51 gol segnati: meno solo di Lazio (52), Atalanta (63) e Inter (69).SARTORI-ITALIANO, PUNTE DI DIAMANTE<figure data-asset-id="f028d2d1-8c6d-440d-b041-67ce69d63dff" data-image-id="f028d2d1-8c6d-440d-b041-67ce69d63dff"><img src="https://assets-eu-01.kc-usercontent.com:443/6be6dbcf-fd70-012d-ec80-2d3245f5ce6a/a80e4201-49c0-4fe5-885e-0a3494290158/Sito_HERO_sartori.jpg" data-asset-id="f028d2d1-8c6d-440d-b041-67ce69d63dff" data-image-id="f028d2d1-8c6d-440d-b041-67ce69d63dff" alt=""></figure>Ci vuole tempo. Il tempo che ci ha messo Giovanni Sartori per affermarsi anche a Bologna. Ben poco, in realtà. Giunto in terra emiliana nel 2022, ha posto subito le basi per piantare i semi del raccolto. La terra era fertile, alla corte di Joey Saputo, presidente ambizioso e lucido nelle proprie pianificazioni. Il primo campionato con Sartori responsabile dell’area tecnica viene chiuso al 9° posto, poi arriva la stagione della Champions e, in coda a quel traguardo, la chiamata al compito più duro. Dare continuità.Il Bologna in estate vede partire i pezzi pregiati, ma le conferme in sordina dello zoccolo duro sono il primo step verso la riaffermazione. Il lavoro sul mercato è oculato, senza voli pindarici, ma riempiendo le caselle mancanti per fornire al proprio allenatore titolari e alternative di livello in ogni ruolo. La strategia paga e a Casteldebole arriva mister Vincenzo Italiano. È la miccia che accende la ripartenza. I risultati alla lunga manifestano la bontà dell’opera e il modus operandi della stagione attuale si aggancia perfettamente alla catena che lega il progetto Bologna ad un contesto più ampio, fortemente duraturo.Godiamoci lo scenario. Solo il tempo ci porterà a scoprire i nuovi piani di Atalanta e Bologna. Esempio, presente e futuro del calcio italiano. Ora è il momento di dare la parola al campo.<figure data-asset-id="4be37c4f-8518-4d9d-af93-260c765f2d6b" data-image-id="4be37c4f-8518-4d9d-af93-260c765f2d6b"><img src="https://assets-eu-01.kc-usercontent.com:443/6be6dbcf-fd70-012d-ec80-2d3245f5ce6a/919c51c2-53ab-4bf0-8330-2966ca6c7bb6/Sito_HERO_gasp_ita.jpg" data-asset-id="4be37c4f-8518-4d9d-af93-260c765f2d6b" data-image-id="4be37c4f-8518-4d9d-af93-260c765f2d6b" alt=""></figure>(Foto Getty Images)

ATALANTA-BOLOGNA: WORKING CLASS HERO | News

ATALANTA-BOLOGNA: WORKING CLASS HERO

L’incrocio Champions tra Atalanta e Bologna racconta l’affermazione di due società che sognano in grande. Il lavoro sulla parte tecnica, i segreti del mercato, la gestione societaria: gli aspetti più significati delle due squadre in rampa di lancio

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