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Una rivalità tutta in famiglia

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ROSA DEI 25 LECCE 01_05_2025

Opta Facts - Insights Giornata 35

Giudice Sportivo, Primavera 1 - 16ª Giornata di Ritorno

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&lt;p&gt;Due fratelli, due attaccanti, due allenatori: stiamo ovviamente parlando di &lt;strong&gt;Simone &lt;/strong&gt;e &lt;strong&gt;Filippo Inzaghi&lt;/strong&gt;. Con l’annuncio di queste ore dell’ingaggio del maggiore dei due da parte della &lt;strong&gt;Salernitana&lt;/strong&gt;, la Serie A TIM è nuovamente pronta ad accogliere questa storica rivalità familiare.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Dopo l’addio a Paulo Sousa, il club campano infatti affida proprio all’ex tecnico della Reggina Filippo Inzaghi il compito di cercare di ravvivare l`ambiente e di &lt;strong&gt;migliorare &lt;/strong&gt;l’attuale classifica, che vede i granata ancora a secco di vittorie dopo le prime otto giornate.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Un annuncio che non solo porta un grande entusiasmo a Salerno, proprio grazie all’ingaggio dell’ex &lt;strong&gt;campione del Mondo 2006&lt;/strong&gt;, ma che cattura anche l’attenzione dei tifosi e degli addetti ai lavori in vista dell’inizio di un nuovo capitolo della lunga storia di successi e rivalità di casa Inzaghi.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;L’ultimo incrocio da avversari sulle panchine della massima serie risale alla stagione 2020/21, quando troviamo Simone sulla panchina della &lt;strong&gt;Lazio &lt;/strong&gt;e Filippo su quella del &lt;strong&gt;Benevento &lt;/strong&gt;(&lt;a href=&#34;https://youtu.be/BfNwbSbRbFI &#34; data-new-window=&#34;true&#34; target=&#34;_blank&#34; rel=&#34;noopener noreferrer&#34;&gt;&lt;strong&gt;1-1 all’andata&lt;/strong&gt;&lt;/a&gt; e &lt;a href=&#34;https://youtu.be/S1ieCMtM-PI&#34; data-new-window=&#34;true&#34; target=&#34;_blank&#34; rel=&#34;noopener noreferrer&#34;&gt;&lt;strong&gt;5-3 per i biancocelesti al ritorno&lt;/strong&gt;&lt;/a&gt;). Ora invece il minore dei fratelli Inzaghi è alla guida dell’Inter, seconda a due sole lunghezze dai cugini del Milan, mentre arriva per il maggiore l’opportunità di rimettersi in gioco a campionato in corso in una piazza ambiziosa, per rilanciarsi e per dimostrare di meritarsi stabilmente la categoria.&lt;/p&gt;&lt;p class=&#34;hm-image-wys&#34;&gt;&lt;img src=&#34;https://img.legaseriea.it/vimages/6526a9f8/GettyImages-1319655019.jpg&#34; alt=&#34;GettyImages-1319655019.jpg&#34; style=&#34;display: block; margin-right: auto; margin-left: auto; margin-bottom: 16px; max-width: 100%; width: auto; pointer-events: none;&#34;&gt;&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Gli &lt;strong&gt;obiettivi &lt;/strong&gt;sono indubbiamente diversi, ma sia da calciatori che da allenatori, “Superpippo” e “Inzaghino” sono cresciuti con costanti confronti, alimentando così quella storia della rivalità fraterna che, nonostante il reciproco sostegno che non manca mai, accende tifoserie, giornali e programmi tv da oltre trent’anni.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Tutto inizia nella famosa “Buca”, un campo da calcio in cemento di San Nicolò, frazione del comune di Rottofreno, a pochi passi da &lt;strong&gt;Piacenza&lt;/strong&gt;. Qui, due bambini trascorrono le giornate tra pane e pallone, sfidandosi appena hanno l’occasione. “Pippo” si rivela ben presto un cecchino, mentre “Mone” il più bravo tecnicamente. Il loro talento non passa inosservato e il passaggio prima al &lt;strong&gt;San Nicolò &lt;/strong&gt;e quindi al Piacenza è solo l’inizio di una lunga carriera. In pochi anni gli Inzaghi dimostrano infatti tutto il potenziale di cui dispongono e trasformano un sogno nato nei campetti di provincia in una straordinaria realtà.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Filippo inizia a farsi le ossa in prestito prima al Lecce&lt;strong&gt; &lt;/strong&gt;e poi all’Hellas Verona. Torna a Piacenza nella stagione 1994/95 e, dopo le 15 reti e il primo posto in Serie B che vale la promozione, non si ferma più. Si trasferisce al Parma e poi all’Atalanta, dove nel 1996/97 diventa &lt;strong&gt;capocannoniere &lt;/strong&gt;di A con 24 reti. Successivamente, passa alla Juventus, con la quale conquista 1 scudetto, 1 Supercoppa Italiana e 1 Coppa Intertoto. Il suo &lt;em&gt;killer instinct&lt;/em&gt; in area di rigore non perdona mai e il bomber piacentino, ormai un incubo per portieri e difensori, è pronto per il salto definitivo.&lt;/p&gt;&lt;p class=&#34;hm-image-wys&#34;&gt;Nel 2001 arriva infatti la chiamata del &lt;strong style=&#34;background-color: initial;&#34;&gt;Milan &lt;/strong&gt;e inizia così una storia d’amore (e di successi) che dura più di 10 anni: 300 presenze, 126 goal, 2 Scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Supercoppe Italiane, 2 UEFA Champions League, 2 Supercoppe UEFA e 1 Coppa del Mondo per Club. Un &lt;strong style=&#34;background-color: initial;&#34;&gt;palmarès &lt;/strong&gt;da brividi che consacra Filippo Inzaghi come uno dei più grandi attaccanti dei rossoneri.&lt;br&gt;&lt;/p&gt;&lt;p class=&#34;hm-image-wys&#34;&gt;&lt;img src=&#34;https://img.legaseriea.it/vimages/6526aba3/GettyImages-80536496 (1).jpg&#34; alt=&#34;GettyImages-80536496 (1).jpg&#34; style=&#34;display: block; margin-right: auto; margin-left: auto; margin-bottom: 16px; max-width: 100%; width: auto; pointer-events: none;&#34;&gt;&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Più piccolo di tre anni, &lt;strong&gt;Simone &lt;/strong&gt;inizia invece la sua carriera tra i professionisti con alcune esperienze in prestito (Carpi, Novara, Lumezzane e Brescello), per poi fare ritorno a Piacenza in Serie A. Qui, nella stagione 1998-99, vive davvero un anno eccezionale. Il 13 settembre 1998 fa il suo esordio e segna immediatamente due reti, anche se la prima viene annullata per fuorigioco. Qualche settimana dopo, il 4 ottobre, affronta il fratello, campione già acclamato, in un &lt;strong&gt;confronto diretto&lt;/strong&gt;: alla fine è quest`ultimo a prevalere, decidendo il match a favore della sua Juventus. Il più giovane degli Inzaghi si prende tuttavia la rivincita a livello personale al termine del campionato, raggiungendo quota 15 reti, appena una in più rispetto a Filippo.&lt;/p&gt;&lt;p class=&#34;hm-image-wys&#34;&gt;&lt;img src=&#34;https://img.legaseriea.it/vimages/6526ac0a/GettyImages-1065699.jpg&#34; alt=&#34;GettyImages-1065699.jpg&#34; style=&#34;display: block; margin-right: auto; margin-left: auto; margin-bottom: 16px; max-width: 100%; width: auto; pointer-events: none;&#34;&gt;&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Nell’estate 1999 il passaggio alla &lt;strong&gt;Lazio &lt;/strong&gt;e questa volta la rivalità si accende più che mai. La squadra capitolina si gioca infatti lo &lt;strong&gt;Scudetto &lt;/strong&gt;contro la Juve e assistiamo a un nuovo capitolo della storia degli Inzaghi: non si tratta più solo di una partita, ma della lotta al titolo. Alla fine risulta decisivo il successo dei biancocelesti nello scontro diretto del 1° aprile al Delle Alpi di Torino, che permette loro di chiudere la stagione proprio davanti ai bianconeri.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Simone ottiene con la Lazio i suoi &lt;strong&gt;successi &lt;/strong&gt;più significativi, anche se non riesce a eguagliare quelli ottenuti da Filippo. Diventa l’unico italiano a fare 4 goal in una singola partita di Champions League (5-1 contro Olympique Marsiglia, il 14 marzo 2000), gioca &lt;strong&gt;196 partite totali&lt;/strong&gt;, segna 55 reti (guarda &lt;a href=&#34;https://youtu.be/HCystulu_ek)&#34; data-new-window=&#34;true&#34; target=&#34;_blank&#34; rel=&#34;noopener noreferrer&#34;&gt;&lt;strong&gt;qui&lt;/strong&gt; &lt;/a&gt;le migliori), e vince, oltre appunto a 1 scudetto, anche 3 Coppe Italia e 1 Supercoppa UEFA.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Sempre avversari e in continua competizione tra loro, in realtà, nella loro lunghissima carriera, i fratelli Inzaghi conservano nel cuore anche un ricordo speciale: la partita in &lt;strong&gt;Nazionale &lt;/strong&gt;contro l’Inghilterra del 15 novembre 2000. Quel giorno, seppur per soli 11 minuti, Simone e Filippo realizzano il sogno di una vita e condividono il campo con la stessa maglia, ritrovandosi così fianco a fianco proprio come facevano da bambini nei campi della provincia emiliana.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Dopo il ritiro dal calcio giocato, arriva un’ulteriore conferma che questo sport sia parte integrante del loro DNA. I fratelli Inzaghi infatti non vogliono proprio stare lontani dal campo e scelgono perciò di diventare allenatori, partendo dalle giovanili di &lt;strong&gt;Lazio &lt;/strong&gt;e &lt;strong&gt;Milan &lt;/strong&gt;ed esordendo a due anni di distanza tra loro, per ironia della sorte, entrambi alla guida delle rispettive &lt;a href=&#34;https://www.youtube.com/watch?v=T_Q3JkZzzDY&#34;&gt;&lt;strong&gt;prime squadre&lt;/strong&gt;&lt;/a&gt;.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Se confrontiamo le carriere dei due fratelli, è innegabile che Filippo abbia avuto un percorso più vincente come giocatore. Tuttavia, finora, è Simone a godere di maggiore successo in &lt;strong&gt;panchina&lt;/strong&gt;. Il primo, dopo l’addio al Milan, intraprende diverse esperienze in varie squadre italiane, vincendo un campionato e una Coppa Italia di Lega Pro con il Venezia e un campionato di Serie B con il Benevento, senza riuscire però a lasciare ancora il segno in Serie A. Il secondo, invece, si conferma immediatamente già alla Lazio (con 2 Supercoppe Italiane e 1 Coppa Italia) e poi, con il passaggio all’Inter nel 2021, arrivano subito altre vittorie (2 Supercoppe Italiane e 2 Coppe Italia).&lt;/p&gt;&lt;p class=&#34;hm-image-wys&#34;&gt;&lt;img src=&#34;https://img.legaseriea.it/vimages/6526ac7d/GettyImages-1319647603.jpg&#34; alt=&#34;GettyImages-1319647603.jpg&#34; style=&#34;display: block; margin-right: auto; margin-left: auto; margin-bottom: 16px; max-width: 100%; width: auto; pointer-events: none;&#34;&gt;&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Due uomini ancora prima che due professionisti, capaci di dare sempre tutto in campo, sia da giocatori che da allenatori, con una passione ardente, un’enorme intelligenza tattica e un’insaziabile fame di vittorie. Ora li ritroviamo di nuovo insieme in &lt;strong&gt;Serie A TIM&lt;/strong&gt; e ovviamente di nuovo da avversari (si incontreranno faccia a faccia il 18 febbraio dell’anno prossimo a San Siro): è la storia di una “famiglia nel pallone”, che sembra destinata a non conoscere mai la parola fine.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;Scopri le ultime news su tutte le squadre del nostro campionato insieme a Radio TV Serie A con RDS! Seguici sull’APP della Serie A TIM oppure sul nostro&amp;nbsp;sito&amp;nbsp;&lt;a href=&#34;https://www.legaseriea.it/it/radiotv&#34;&gt;&lt;strong&gt;qui&lt;/strong&gt;&lt;/a&gt;.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;(Foto Getty Images)&amp;nbsp;&lt;/p&gt;

Si scrive Inzaghi, si legge Simone e Filippo: due fratelli cresciuti fianco a fianco con la passione per il calcio si apprestano ora a scrivere un nuovo capitolo della loro lunga storia, fatta di rivalità, successi e tanta voglia di lasciare il segno

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Due fratelli, due attaccanti, due allenatori: stiamo ovviamente parlando di Simone e Filippo Inzaghi. Con l’annuncio di queste ore dell’ingaggio del maggiore dei due da parte della Salernitana, la Serie A TIM è nuovamente pronta ad accogliere questa storica rivalità familiare.Dopo l’addio a Paulo Sousa, il club campano infatti affida proprio all’ex tecnico della Reggina Filippo Inzaghi il compito di cercare di ravvivare l`ambiente e di migliorare l’attuale classifica, che vede i granata ancora a secco di vittorie dopo le prime otto giornate.Un annuncio che non solo porta un grande entusiasmo a Salerno, proprio grazie all’ingaggio dell’ex campione del Mondo 2006, ma che cattura anche l’attenzione dei tifosi e degli addetti ai lavori in vista dell’inizio di un nuovo capitolo della lunga storia di successi e rivalità di casa Inzaghi.L’ultimo incrocio da avversari sulle panchine della massima serie risale alla stagione 2020/21, quando troviamo Simone sulla panchina della Lazio e Filippo su quella del Benevento (<a href="https://youtu.be/BfNwbSbRbFI " data-new-window="true" target="_blank" rel="noopener noreferrer">1-1 all’andata</a> e <a href="https://youtu.be/S1ieCMtM-PI" data-new-window="true" target="_blank" rel="noopener noreferrer">5-3 per i biancocelesti al ritorno</a>). Ora invece il minore dei fratelli Inzaghi è alla guida dell’Inter, seconda a due sole lunghezze dai cugini del Milan, mentre arriva per il maggiore l’opportunità di rimettersi in gioco a campionato in corso in una piazza ambiziosa, per rilanciarsi e per dimostrare di meritarsi stabilmente la categoria.<img src="https://img.legaseriea.it/vimages/6526a9f8/GettyImages-1319655019.jpg" alt="GettyImages-1319655019.jpg" style="display: block; margin-right: auto; margin-left: auto; margin-bottom: 16px; max-width: 100%; width: auto; pointer-events: none;">Gli obiettivi sono indubbiamente diversi, ma sia da calciatori che da allenatori, “Superpippo” e “Inzaghino” sono cresciuti con costanti confronti, alimentando così quella storia della rivalità fraterna che, nonostante il reciproco sostegno che non manca mai, accende tifoserie, giornali e programmi tv da oltre trent’anni.Tutto inizia nella famosa “Buca”, un campo da calcio in cemento di San Nicolò, frazione del comune di Rottofreno, a pochi passi da Piacenza. Qui, due bambini trascorrono le giornate tra pane e pallone, sfidandosi appena hanno l’occasione. “Pippo” si rivela ben presto un cecchino, mentre “Mone” il più bravo tecnicamente. Il loro talento non passa inosservato e il passaggio prima al San Nicolò e quindi al Piacenza è solo l’inizio di una lunga carriera. In pochi anni gli Inzaghi dimostrano infatti tutto il potenziale di cui dispongono e trasformano un sogno nato nei campetti di provincia in una straordinaria realtà.Filippo inizia a farsi le ossa in prestito prima al Lecce e poi all’Hellas Verona. Torna a Piacenza nella stagione 1994/95 e, dopo le 15 reti e il primo posto in Serie B che vale la promozione, non si ferma più. Si trasferisce al Parma e poi all’Atalanta, dove nel 1996/97 diventa capocannoniere di A con 24 reti. Successivamente, passa alla Juventus, con la quale conquista 1 scudetto, 1 Supercoppa Italiana e 1 Coppa Intertoto. Il suo killer instinct in area di rigore non perdona mai e il bomber piacentino, ormai un incubo per portieri e difensori, è pronto per il salto definitivo.Nel 2001 arriva infatti la chiamata del Milan e inizia così una storia d’amore (e di successi) che dura più di 10 anni: 300 presenze, 126 goal, 2 Scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Supercoppe Italiane, 2 UEFA Champions League, 2 Supercoppe UEFA e 1 Coppa del Mondo per Club. Un palmarès da brividi che consacra Filippo Inzaghi come uno dei più grandi attaccanti dei rossoneri. <img src="https://img.legaseriea.it/vimages/6526aba3/GettyImages-80536496 (1).jpg" alt="GettyImages-80536496 (1).jpg" style="display: block; margin-right: auto; margin-left: auto; margin-bottom: 16px; max-width: 100%; width: auto; pointer-events: none;">Più piccolo di tre anni, Simone inizia invece la sua carriera tra i professionisti con alcune esperienze in prestito (Carpi, Novara, Lumezzane e Brescello), per poi fare ritorno a Piacenza in Serie A. Qui, nella stagione 1998-99, vive davvero un anno eccezionale. Il 13 settembre 1998 fa il suo esordio e segna immediatamente due reti, anche se la prima viene annullata per fuorigioco. Qualche settimana dopo, il 4 ottobre, affronta il fratello, campione già acclamato, in un confronto diretto: alla fine è quest`ultimo a prevalere, decidendo il match a favore della sua Juventus. Il più giovane degli Inzaghi si prende tuttavia la rivincita a livello personale al termine del campionato, raggiungendo quota 15 reti, appena una in più rispetto a Filippo.<img src="https://img.legaseriea.it/vimages/6526ac0a/GettyImages-1065699.jpg" alt="GettyImages-1065699.jpg" style="display: block; margin-right: auto; margin-left: auto; margin-bottom: 16px; max-width: 100%; width: auto; pointer-events: none;">Nell’estate 1999 il passaggio alla Lazio e questa volta la rivalità si accende più che mai. La squadra capitolina si gioca infatti lo Scudetto contro la Juve e assistiamo a un nuovo capitolo della storia degli Inzaghi: non si tratta più solo di una partita, ma della lotta al titolo. Alla fine risulta decisivo il successo dei biancocelesti nello scontro diretto del 1° aprile al Delle Alpi di Torino, che permette loro di chiudere la stagione proprio davanti ai bianconeri.Simone ottiene con la Lazio i suoi successi più significativi, anche se non riesce a eguagliare quelli ottenuti da Filippo. Diventa l’unico italiano a fare 4 goal in una singola partita di Champions League (5-1 contro Olympique Marsiglia, il 14 marzo 2000), gioca 196 partite totali, segna 55 reti (guarda <a href="https://youtu.be/HCystulu_ek)" data-new-window="true" target="_blank" rel="noopener noreferrer">qui </a>le migliori), e vince, oltre appunto a 1 scudetto, anche 3 Coppe Italia e 1 Supercoppa UEFA.Sempre avversari e in continua competizione tra loro, in realtà, nella loro lunghissima carriera, i fratelli Inzaghi conservano nel cuore anche un ricordo speciale: la partita in Nazionale contro l’Inghilterra del 15 novembre 2000. Quel giorno, seppur per soli 11 minuti, Simone e Filippo realizzano il sogno di una vita e condividono il campo con la stessa maglia, ritrovandosi così fianco a fianco proprio come facevano da bambini nei campi della provincia emiliana.Dopo il ritiro dal calcio giocato, arriva un’ulteriore conferma che questo sport sia parte integrante del loro DNA. I fratelli Inzaghi infatti non vogliono proprio stare lontani dal campo e scelgono perciò di diventare allenatori, partendo dalle giovanili di Lazio e Milan ed esordendo a due anni di distanza tra loro, per ironia della sorte, entrambi alla guida delle rispettive <a href="https://www.youtube.com/watch?v=T_Q3JkZzzDY">prime squadre</a>.Se confrontiamo le carriere dei due fratelli, è innegabile che Filippo abbia avuto un percorso più vincente come giocatore. Tuttavia, finora, è Simone a godere di maggiore successo in panchina. Il primo, dopo l’addio al Milan, intraprende diverse esperienze in varie squadre italiane, vincendo un campionato e una Coppa Italia di Lega Pro con il Venezia e un campionato di Serie B con il Benevento, senza riuscire però a lasciare ancora il segno in Serie A. Il secondo, invece, si conferma immediatamente già alla Lazio (con 2 Supercoppe Italiane e 1 Coppa Italia) e poi, con il passaggio all’Inter nel 2021, arrivano subito altre vittorie (2 Supercoppe Italiane e 2 Coppe Italia).<img src="https://img.legaseriea.it/vimages/6526ac7d/GettyImages-1319647603.jpg" alt="GettyImages-1319647603.jpg" style="display: block; margin-right: auto; margin-left: auto; margin-bottom: 16px; max-width: 100%; width: auto; pointer-events: none;">Due uomini ancora prima che due professionisti, capaci di dare sempre tutto in campo, sia da giocatori che da allenatori, con una passione ardente, un’enorme intelligenza tattica e un’insaziabile fame di vittorie. Ora li ritroviamo di nuovo insieme in Serie A TIM e ovviamente di nuovo da avversari (si incontreranno faccia a faccia il 18 febbraio dell’anno prossimo a San Siro): è la storia di una “famiglia nel pallone”, che sembra destinata a non conoscere mai la parola fine.Scopri le ultime news su tutte le squadre del nostro campionato insieme a Radio TV Serie A con RDS! Seguici sull’APP della Serie A TIM oppure sul nostro&nbsp;sito&nbsp;<a href="https://www.legaseriea.it/it/radiotv">qui</a>.(Foto Getty Images)&nbsp;

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